Sintomi della sifilide

Che cos’è la sifilide?

La sifilide è la malattia sessualmente trasmissibile con più alto rischio di decesso dopo l’AIDS. È molto infettiva, ed è causata da un battere chiamato Treponema Pallidum. Se non contrastata adeguatamente e per tempo può danneggiare gravemente gli organi interni dell’individuo affetto fino a portare alla morte. Storicamente la Sifilide ha avuto dei picchi nei periodi del dopo guerra, ma oggi il tasso di contagiati è salito di nuovo, per cui bisogna imparare a capire quando si è affetti da questa patologia e sapere come prevenirla o curarla.

Come si contrae la sifilide?

La Sifilide si contrae tramite il contatto con le piaghe presenti sugli apparati genitali delle persone infette, ma anche se queste sono presenti sulla bocca o nel retto, qualora si abbiano rapporti sessuali orali e rettali con queste persone. Non è trasmissibile tramite semplice contatto di oggetti o condivisione di WC, oppure in piscina. La cosa migliore da fare è avere sempre rapporti sessuali protetti tramite semplici preservativi in lattice, anche perché si potrebbero incontrare partner che non sanno di averla in quanto spesso la sintomatologia può anche rimanere nascosta per lungo tempo ed è impossibile riconoscerla. Inoltre il preservativo vi permette di proteggervi anche dalle altre malattie sessualmente trasmissibili. Usate lubrificanti a base di acqua in quanto quelli a base oleosa come la vasellina possono danneggiare il lattice che costituisce il preservativo.

I sintomi della sifilide

Sintomi della SifilideDurante la fase primaria della Sifilide, i primi sintomi possono comparire dai 10 ai 90 giorni dopo la contrazione del battere, e consistono generalmente nella comparsa di “ulcere”, cioè escoriazioni sferiche indolori sul pene oppure sulla bocca o sull’orifizio anale. Queste lesioni possono guarire da sole in 1 o 2 mesi ma ciò non significa che la malattia è debellata, ma che si sta preparando per la fase secondaria.
La fase secondaria della Sifilide può durare anche fino a tre mesi, e si evince dalla comparsa di escoriazioni e macchie rossastre sui palmi delle mani e sui piedi. Queste macchie scure comunque non provocano prurito. Generalmente chi non conosce i sintomi della Sifilide tende ad associare queste comparse ad altri tipi di problematiche magari derivanti da stati di stress, aggravando così lo stadio della malattia e ritardandone la cura. Nella parte finale della fase secondaria possono pervenire stati febbricitanti, spossatezza e dimagrimento.
L’ultima fase della Sifilide è chiamata latente che poi si trasforma in terziaria. Essa è asintomatica e le tracce delle precedenti due fasi scompaiono. Se non viene curata si trasforma nella fase terziaria che presenta sintomi gravi. In questa fase sopragiungono irreversibilmente dei danni agli organi interni appartenenti per lo più al sistema nervoso, come cervello, occhi, ma anche le ossa e le articolazioni fino a portare al decesso dell’individuo.
Attenzione ai sintomi presenti sui bambini che contraggono la Sifilide congenita. Essi possono contrarre la malattia tramite la placenta se la madre è infetta, già in stato di feto. La sintomatologia si presenta dopo la nascita con febbri intermittenti, ingrossamento della milza, starnuti e rinorrea cronica, nonché le macchie sulle mani e sui piedi tipiche della seconda fase. Inoltre i bambini che contraggono la Sifilide dalla loro madre hanno maggiori probabilità di nascere prematuri, sottopeso, possono sviluppare cecità e cataratta o nascere anche morti.

Diagnosi della sifilide

Il modo migliore per diagnosticare la presenza del batterio è farsi le analisi del sangue. L’esame è economico e molto semplice, e si può fare presso qualsiasi ambulatorio convenzionato, o anche in laboratori di analisi privati. Esistono due tipi di test:

  • test non treponemico con un’accuratezza del 70%, che nel caso di esito positivo diventa propedeutico per il test treponemico;
  • test treponemico, che è un test più specifico che viene eseguito per confermare il test precedente, e non per un controllo diretto.

Come curare la sifilide

La prima cosa da fare appena diagnosticata la Sifilide è sottoporsi ad una cura antibiotica. Naturalmente prima la si diagnostica prima la si può debellare, mentre se la si scopre in fase avanzata necessita di più tempo. L’antibiotico consigliato è la classica penicillina con dosaggio prescritto dal vostro medico curante a seconda della fase in cui si trova la malattia. È vivamente sconsigliato tentare cure fatte in casa o fai da te. Se siete allergici alla penicillina esistono altri farmaci alternativi che il vostro medico può consigliarvi. Una volta debellata la patologia e terminata la cura, il medico curante dovrà sottoporvi nuovamente al test non troponemico periodicamente in modo da valutare la risposta del vostro corpo alla terapia effettuata. Una cosa importante è astenersi completamente da rapporti sessuali durante la cura ed aspettare la guarigione completa delle piaghe, e quindi che il medico curante vi dichiari completamente guariti. È buon costume avvertire i vostri precedenti partner della malattia per allertarli affinché possano sottoporsi agli accertamenti necessari. Se proprio non riuscite a tenere a freno le vostre passioni, cercate con attenzione di coprire tutte le piaghe del pene col preservativo ed evitate rapporti orali perché i denti possono tagliare la protezione, e rettali perché si sottopone il preservativo maggiormente a trazione, rischiando così la rottura.